NEW!! VERSO LE ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO - INTERVISTA SU CINQUE TEMI D'ATTUALITA' AD ATTILIO FONTANA CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA


VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 
DEL 4 MARZO 

  INTERVISTA SU CINQUE TEMI D'ATTUALITA'  AD 
ATTILIO FONTANA  
CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA

  1. Iniziamo con un tema di fondamentale importanza: il lavoro. Secondo l'ultimo rilievo di dati Istat, nel mese di dicembre 2017 rispetto a quello di novembre dello stesso anno si sono persi 66.000 posti di lavoro e tra il dicembre 2016 e lo stesso periodo del 2017 c'è stato un decremento del 10,7% del lavoro femminile, molti sono ancora gli abbandoni dopo la prima maternità, cosa proponete per arginare questi fenomeni?

Prima di tutto mi permetta di dire che la situazione lombarda è in leggera controtendenza: la Lombardia ha visto diminuire negli ultimi 5 anni il suo tasso di disoccupazione, tornato ai livelli pre crisi. C’è ancora naturalmente molto da fare e, concentrandoci sul tema dell’occupazione femminile, tengo a riportare l’attenzione su ciò che sarà il mio primo intervento da Governatore: ampliare gradualmente la platea dei beneficiari della misura nidi gratis, anche per consentire alle madri di reinserirsi più facilmente nel mondo del lavoro.
Questa è una delle misure fondamentali per la conciliazione vita-lavoro: il nostro sostegno deve andare soprattutto a quei genitori lavoratori che, ogni giorno, a costo di grandi sacrifici ed equilibrismi, riescono a conciliare gli impegni familiari e quelli lavorativi.
Dovremo incrementare il welfare aziendale e la sperimentazione di nuove forme di sostegno alla genitorialità (come i voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure i contributi utili a pagare i servizi per l'infanzia pubblici o dei servizi privati accreditati).
Nell’ambito della conciliazione vita-lavoro vogliamo creare un’alleanza sempre più solida con le aziende per far conoscere e promuovere i benefici del welfare aziendale; ciò rappresenterà un ulteriore passo verso la proficua collaborazione pubblico-privato già sperimentata nella nostra regione, in particolare mirando a incentivare la costruzioni reti di welfare insieme a piccole e medie imprese, comuni e terzo settore, in modo da fare massa critica di risorse, generare sinergie e nuove opportunità occupazionale nell’ambito di servizi che soddisfino le esigenze personali e familiari dei lavoratori e contribuiscano a migliorare la produttività delle aziende.


  1. Tutti parlano di taglio delle tasse ma una recente indagine ha appurato che pur essendo questo l'argomento dominante delle campagne elettorali degli ultimi 10 anni ben poco è stato realizzato pur in presenza della cosiddetta congiunzione delle tre lune: grazie a Mario Draghi tassi a zero una manna per il debito pubblico italiano, l'euro debole a favore delle esportazioni italiane e petrolio ai minimi. Eppure in questi anni il debito pubblico anziché scendere è salito. Come possono essere credibili delle promesse di riduzione delle tasse adesso che il meglio di queste condizioni è alle spalle?
Ridurre la tassazione non è solo una promessa elettorale, ma un dovere civile, e mi viene da dire che non si finisce mai questa operazione. A livello regionale, molti dei benefici verranno con l’autonomia: se da una parte l’ottenimento di questo obiettivo ci consentirà di eliminare alcune compartecipazioni (ticket, bollo), dall’altra pagare alcuni tributi sarà un peso più lieve sapendo che quello che versiamo poi lo potremo riutilizzare per i servizi dei lombardi. A livello nazionale invece l’operazione fondamentale dell’introduzione della flat tax consentirà finalmente a cittadini e imprese di respirare: se oggi infatti lavoriamo per pagare le tasse praticamente fino a luglio (con una tassazione che ci mangia metà dello stipendio), lo spirito della riforma fiscale che proponiamo va nella direzione auspicata da chi, a buon diritto, rivendica la necessità di un’espansione della base monetaria per favorire i consumi. Di fatto lo Stato rinuncerebbe a drenare sotto forma di imposte 63 miliardi di euro lasciandole per i 3/4 nelle tasche delle famiglie e per 1/4 nelle casse delle imprese, così da favorire la ripresa della domanda, degli investimenti, della produzione e dell’occupazione.

  1. Quando Maroni, a poche settimane dal voto, si è ritirato dalla corsa ha lasciato spiazzati molti elettori. Su cosa puntate per convincerli a votarvi anche in questa tornata elettorale, ad una continuità assoluta con la precedente gestione della Regione o proponete elementi di discontinuità?
È indubbio che Maroni abbia svolto un buon lavoro; ora bisogna rispondere a esigenze nuove con soluzioni nuove, serve una visione del futuro sul ruolo regionale nel contesto dell’autonomia: ho un’idea chiara di come immagino la Lombardia di domani. Vedo la Lombardia come la regista delle politiche che interesseranno il nostro territorio negli anni a venire. Sono convinto che occorra una “visione”, e con essa una capacità programmatoria e di indirizzo che non solo sia in grado di gestire lo status quo, ma soprattutto consenta di prevedere, immaginare, sostenere gli sviluppi futuri. Immagino una Lombardia proiettata al futuro, il potente motore per tutto il Paese e per l’Europa, ma anche legata alla tradizione della nostra terra, forte della sua identità, capace di coniugare solidarietà e competizione. Immagino la Regione come livello di programmazione, regolazione e controllo, ma anche come snodo tra le politiche nazionali e quelle degli Enti locali.
Voglio riportare il cittadino al centro e dare all’impresa la certezza di un rapporto paritetico con l’Amministrazione regionale: rendere più semplice il rapporto con i cittadini, più veloce la prenotazione degli esami medici; mettere fine al fenomeno dell’occupazione abusiva degli edifici; agevolare le imprese che scelgono di insediarsi in Lombardia perché queste creano indotto lavorativo per i nostri giovani ed economico per l’intera società; investire risorse per un imponente piano di rispetto dell’ambiente, perché l’aria che respiriamo sia pulita; valorizzare i nostri siti culturali che comprendono sia monumenti che aree geografiche e sono la bellezza che milioni di turisti vengono ad ammirare da tutto il mondo, migliorare i trasporti e le infrastrutture.
Mi metterò nei panni di chi fa domande alla pubblica amministrazione e cercherò di fornire la modalità più veloce per ottenere una risposta. Spesso infatti accade che il cittadino non ottenga la soluzione del proprio bisogno perché è troppo difficile individuare dove e a chi porre la domanda. L’obiettivo di concretezza del mio governo sarà invece di accorciare questo percorso.

  1. Inquinamento, un problema che affligge in particolare anche Milano. La Commissione Europea ha lanciato un ultimatum per sollecitare l'intervento contro l'eccessivo inquinamento dell'aria anche al Governo Italiano. Quali sono secondo lei le misure adeguate per affrontare questo problema?
Il miglioramento della qualità dell’aria implica l’introduzione di misure che coinvolgono diversi aspetti e attori del vivere quotidiano: dalla limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti, alla concessione di incentivi per la loro sostituzione, dal sostegno del trasporto pubblico locale all’introduzione di standard di sostenibilità energetica per gli edifici, considerando con attenzione che il tema delle centrali termiche a gasolio è fondamentale nel contenimento dell’inquinamento atmosferico.
Senza dimenticare che parte dell’inquinamento dell’aria deriva anche da un utilizzo scorretto del nostro suolo - per cui ne ridurremo il consumo e istituiremo un Fondo Bonifiche specifico per quelle aree che risultano caratterizzate dalla dismissione di attività industriali – e dall’immensa quantità di rifiuti inceneriti che provengono da altre regioni grazie al nefasto decreto statale “Sblocca Italia” – contro cui combatteremo per limitare la quantità di rifiuti provenienti da fuori regione.
E’ necessario che tutte le misure siano condivise e discusse dagli attori del territorio, pubblici e privati: imprese, scuole, cittadini, ospedali, enti pubblici, associazioni sindacali e di categoria. L’obiettivo è quello di giungere entro il primo anno di legislatura ad una sorta di Protocollo Lombardo, che rappresenti il principale documento programmatorio-strategico per le politiche ambientali lombarde. Si dovrà inoltre proseguire con l’implementazione delle misure previste dal Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria.
Regione Lombardia darà il buon esempio per un utilizzo sempre più diffuso dell’auto elettrica. Prevediamo infatti la graduale sostituzione del parco auto regionale con auto elettriche, includendo l’installazione di colonnine di ricarica presso i parcheggi regionali a disposizione dei dipendenti. La misura potrà essere estesa anche ad altri enti pubblici.
Intendiamo, inoltre, confermare le agevolazioni già introdotte nella precedente legislatura al fine di promuovere nuove forme di mobilità (misura zero bollo per auto elettriche), proseguire il piano di acquisto di mezzi pubblici elettrici da destinare al servizio di TPL e incoraggiare l’infrastrutturazione elettrica del territorio, con bandi per colonnine elettriche.

  1. Non possiamo non parlare dell'argomento di maggiore attualità e che tutti i giorni occupa le pagine dei nostri giornali: l'immigrazione. A di là degli slogan, quale pensa debba essere la gestione dei flussi degli immigrati e in particolare cosa pensa della controversa Legge sullo Ius Soli?
Io credo che la patria sia nel cuore, non sul suolo: questo dovrebbe bastare per spiegare cosa penso dello ius soli per come ce lo hanno presentato fino ad ora le Camere. Dico questo perché la manovra della sinistra italiana è volta alla concessione della cittadinanza senza criterio, forse per favore elettorale; ma sappiamo bene che oggi uno straniero che si sente italiano nel cuore può già acquisire la cittadinanza: perché si forma una famiglia qui, perché vive qui da oltre 10 anni e lavora e paga le tasse qui; non parlo di aria fritta, ma di una normativa che già esiste, legge 5 febbraio 1992, n. 91.

In generale ho questa posizione sull’immigrazione: quella clandestina rappresenta un problema concreto per la sicurezza dei cittadini e occorre fermare le politiche buoniste che purtroppo risultano lassiste: se una persona si trova irregolarmente sul suolo italiano, va rimandato nel paese di origine. Bisogna fare chiarezza e non demagogia: gli immigrati regolari, che in Lombardia sono 1 milione e 200 mila, hanno possibilità di accedere a tutti i servizi e la Regione Lombardia ha dimostrato di essere una delle poche regioni nell’applicazione dei percorsi di integrazione verso coloro che vogliono rispettare le nostre regole. Il discorso è diverso per le decine di migliaia di clandestini che sono arrivati in Lombardia in questi anni. Chi non ha diritto a rimanere deve essere rimpatriato immediatamente, come prevede la legge, a tutela della sicurezza dei lombardi. Su questo non si può transigere.

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