NEW!! LE INTERVISTE - MILANOSPARKLINGMETROPOLIS INTERVISTA DARIO VIOLI CONSIGLIERE DEL MOVIMENTO 5 STELLE DI REGIONE LOMBARDIA
LE INTERVISTE
MILANOSPARKLINGMETROPOLIS INTERVISTA
DARIO VIOLI
CONSIGLIERE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
DI REGIONE LOMBARDIA
Dopo
sei mesi di attività del nuovo Consiglio
di Regione Lombardia, Milano Sparkling Metropolis propone ai suoi lettori, in esclusiva
per il nostro Blog Culturale, una nuova intervista con Dario Violi Consigliere
Segretario del Consiglio Regionale e Capogruppo del Movimento 5 stelle di
Regione Lombardia.
Come
prima domanda chiediamo a Dario Violi di tracciare un bilancio dopo i primi
mesi di attività del nuovo Consiglio Regionale, in particolare sulle tematiche che
sappiamo a lui care: i trasporti e la sanità.
I risultati iniziali non sono positivi e sono sotto
gli occhi di tutti in particolare proprio su temi così importanti come i
trasporti e la sanità.
Per i trasporti c’è un approccio troppo ideologico che
non permette il miglioramento dei trasporti che vengono utilizzati tutti i
giorni: parlo dei treni che vivono una
situazione disastrosa, la peggiore di tutti i tempi.
Come opposizione stiamo tentando, con l’aiuto del Governo,
di intervenire cercando di normalizzare la situazione ma sappiamo che non sarà
facile nel breve periodo. Infatti, nei primi mesi della vita del Consiglio
Regionale il tema dei trasposti è stato affrontato solo dal punto di vista
societario e la Giunta Regionale invece di concentrarsi sul servizio si è
concentrata su come spacchettare la società dei trasporti, con una impostazione
che non mi è piaciuta, che tende a scaricare i problemi sul Governo.
Se io voglio maggiore autonomia perché voglio cambiare
le cose è impensabile che una Regione e un Governatore possano pretendere di spacchettare
la società tenendosi la parte buona che funziona cioè quella dell’area metropolitana,
perché da utili e un buon servizio, e lasciando la parte più problematica a Roma.
Grazie al nostro intervento presso il Ministero abbiamo fatto un nuovo
piano di investimenti e chiesto e ottenuto di fare interventi che non erano mai stati fatti da parte
del socio Trenitalia ed il risultato positivo è che sono previsti 49 nuovi
treni da ottobre di quest’anno a dicembre dell’anno prossimo, tra treni nuovi
ed usati, che è un immissione di materiale importante che non era mai stata
fatta e un impegno di investimenti non solo sul materiale rotabile ma anche su
alcune linee e infrastrutture.
Quindi, mentre la Giunta Regionale va a rilento e non
guarda al servizio ma a questioni societarie,
noi abbiamo deciso di mettere in campo un intervento molto più importante
e concreto.
Sempre in tema di
trasporti cosa ne pensa in particolare dei progetti di Pedemontana e di TAV?
Ritengo che oggi per trovare i titoli di giornale è
facile parlare di Pedemontana come un’opera necessaria, quando invece ci sono
una decina di ponti sul Po che sono chiusi o a traffico limitato e mettono in ginocchio l'intero territorio. Ci
sono centinaia di chilometri, a livello italiano, di strade provinciali chiuse
o a carreggiata ridotta perché hanno bisogno di manutenzione. Io dico che prima
di grandi opere che non si sa se si
faranno e che bloccano poste di bilancio importanti, bisogna dedicare le
risorse al servizio esistente. Anche ieri, per fare un esempio, in Consiglio Regionale
pure il Partito Democratico ha ribadito
il voto a favore della Pedemontana e intanto che si approvano le cosiddette
grandi opere si abbandona il territorio dove vivono i cittadini.
Sul tema della
TAV, su cui abbiamo avuto anche uno scontro con il sindaco
Sala, c’è una storia che gira, nel senso
che si parla di questo corridoio europeo come necessario ma noi abbiamo i dati
dal Ministero delle Infrastrutture e il corridoio 5 sostanzialmente non esiste
e non esisterà mai, non perché lo diciamo noi, ma perché il Portogallo ha annullato
interamente l'opera, la Spagna ha annullato buona parte dell'opera che era
prevista sulla direttrice Madrid-Lisbona mentre ha mantenuto viva solo la
tratta Barcellona - Madrid perché le è utile, annullando buona parte della tratta
tra Barcellona - Lione.
Tutta la parte a est di Trieste non verrà
mai realizzata perché i progetti sono stati annullati dai Paesi interessati e il
pezzo tra Torino e Lione che corrisponde alla tratta francese, quindi prima
delle Alpi, è stato rinviato dalla Francia a dopo il 2038. Quindi noi rischiamo,
per la tratta tra Torino e Lione, di correre per realizzare un traforo e poi
dover aspettare anni che la Francia faccia il suo tratto che per ora è stato
rinviato al 2038. Peraltro, e chioso su questa cosa, parliamo di progetti come Pedemontana e TAV
che sono progetti che sono iniziati
20-25 anni fa e i partiti che oggi contestano il Ministero delle Infrastrutture
hanno governato 25 anni e non sono stati in grado di realizzarle e adesso pretendono che chi non le vuole,
perché le ritiene vecchie, le faccia subito.
Quindi concludendo si punta sullo
straordinario e non si fa nulla sull'ordinario.
E’ un modo ideologico per poter dire “noi
siamo per lo sviluppo economico e voi per la decrescita”, mentre la crescita
economica si fa sostenendo le aziende del territorio.
Io penso, per esempio, alla mia provincia
dove i ponti sull’Adda sono chiusi da Lecco alla Bassa Bergamasca e così
facendo si bloccano decine e decine di chilometri di strade, il che vuol dire
aumentare i costi e tempi di trasporto per le nostre imprese e vuol dire metterle
in ginocchio e renderle meno competitive.
Altro
tema importante è quello della sanità. Cosa ha fatto
la Giunta in questi mesi?
Anche su questo argomento il giudizio non è
positivo. Infatti, c’era stato in chiusura di legislatura la riforma sui
pazienti cronici, che aveva avuto un'adesione molto ma molto bassa.
La Regione ha dovuto fare dei passi indietro e invece
di revisionare il progetto, visto che trattare i pazienti come dei numeri non
funzionava, ha pensato bene di coinvolgere i medici di base che prima si erano
opposti e gli ha dato degli incentivi economici. Il progetto quindi non viene
più portato avanti dai case manager ospedalieri ma si fanno due passi indietro,
da un lato si ritorna al medico di base senza togliere i problemi che li
riguardavano (non erano per esempio in grado di rispondere a tutte le
specializzazioni) e dall’altro aumentano i costi.
Su un altro tema, quello dei vaccini, la Regione è
ferma perché aspetta la discussione del DDL che dovrebbe passare alla Camera
dei Deputati entro primavera e quindi per ora si mantiene sulla linea della
Legge Lorenzin, senza grandi rigidità, con un approccio morbido e di confronto
con le famiglie.
Da maggio 2018 Lei è
stato nominato anche Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza, qual è
la sua attività nell’ambito di questa carica più istituzionale?
Si infatti è un ruolo molto meno politico e più
istituzionale, molto utile per gestire relazioni. Per me è onore poter
rappresentare Regione Lombardia ed è un ruolo anche di grande responsabilità
perché oggi le centinaia di dipendenti del Consiglio Regionale sono sotto la responsabilità
dell’Ufficio di Presidenza con un bilancio che si aggira sui 70 milioni di euro l’anno. Questo ruolo è un’occasione
di crescita personale e professionale e mi permette di poter rappresentare
Regione Lombardia anche presso le Delegazioni straniere nelle Istituzioni
Europee. Sia Regione Lombardia che l’Europa sono strutturate su modelli
regionali e non statali, infatti, la
maggior parte dei fondi transita attraverso le regioni e l’Europa si
chiama Europa delle Regioni e non degli
Stati ed un motivo è questo.
In questo ruolo ho avuto occasione di fare alcuni
viaggi all’estero e di confrontarmi con altre regioni sui modelli sanitari, su
come gestire i fondi e da questa posizione si ha una visuale molto più
ampia e di confronto non solo con le regioni italiane.
Infatti, poiché molto spesso sono delegato dal
Presidente del Consiglio Regionale ad andare alla Conferenza dei Presidente dei
Consigli Regionali c’è un confronto tra regioni a livello europeo e questo,
senza nulla togliere alle nostre regioni italiane, permette di imparare da modelli
di altri sistemi a livello europeo, penso per esempio a modelli tedeschi o
spagnoli e francesi, ma anche del Belgio e dell’Olanda che hanno modelli che
funzionano su alcuni servizi anche se hanno dimensioni più limitate e quindi
sta crescendo per me la possibilità di
portare delle esperienze positive. Questo
è in linea con le mie precedenti esperienze personali e professionali
all’estero, dall’Erasmus in Galles a esperienze professionali nel volontariato
in Mozambico in Albania ecc.
La differenza è che entrare in altri Paesi dalla porta di servizio
oppure dall’alto ti da una visione diversa, non che non sia importante anche
vivere in mezzo alle persone perché questo ti da la possibilità di vivere
un’esperienza di una società differente, ma poter vivere ai piani alti delle
istituzioni di quella stessa società, ti da una visuale più strutturata di come
è organizzata.
Un altro tema di
cui si è discusso molto negli ultimi mesi è quello se presentare o meno la
candidatura di Milano per le prossime Olimpiadi e se farlo in abbinamento con
altre città. Lei che posizione ha sull’argomento?
Sono assolutamente favorevole alle Olimpiadi in
Lombardia e con il modello in partnership con il Veneto (Milano e Cortina), sono
convinto che questo Evento possa essere utile al nostro territorio ed a un
ritorno di immagine di Milano e della Lombardia, anche quella un po’ più remota
e spesso dimenticata e un occasione di sviluppo e di realizzazioni di
infrastrutture utili a questo territorio.
Penso alle strade necessarie in Valtellina ed in altri territori
montani, ad infrastrutture ferroviarie come
il raddoppio di linea verso la Valtellina, verso la Val Camonica e altri
territori montani che favorirebbe lo sviluppo e contrasterebbe lo spopolamento,
rivalorizzando l’aspetto turistico ed impiantistico. L’auspicio è che ciò si faccia
ad impatto zero dal punto di vista ambientale e dal punto di vista economico
nel modo meno dispendioso possibile, realizzando infrastrutture laddove siano veramente
necessarie e senza fare tangenziali di altre tangenziali che poi non servono a
niente e rimangono vuote, occupando suolo senza garantire alcuno sviluppo.
Le Olimpiadi sono quindi senz’altro un’occasione e io
ho lavorato sia con il Presidente Fontana che con il Sindaco Sala e con il
Governo, in modo che si potesse realizzare una proposta di candidatura delle
tre città, che poi sono diventate due. Quindi da parte mia c’è pieno sostegno,
e proprio ieri abbiamo discusso la mozione di sostegno politico da parte del Governo a cui abbiamo
dato la nostra approvazione.
Le prossime
elezioni, le più vicine, sono quelle europee, che scenari politici intravede
rispetto anche alla situazione attuale di governo centrale italiano?
Gli scenari sono che cambierà radicalmente la
composizione del Parlamento Europeo ma non cambierà la composizione della
Commissione Europea, perché se è vero che il Parlamento cambierà
maggioranza e che potrebbero esserci
nuove alleanze, è anche vero che le istituzioni europee sono tutto fuorché
democratiche e quindi poiché la Commissione non è scelta dal Parlamento ma dai
Governi e sappiamo che il Governo tedesco è ancora retto dalla Merkel e quindi
Oettinger sarà ancora in Commissione, il governo francese è ancora retto, anche
se non so ancora per quanto, da Macron e quindi potremmo ritrovarci Moscovici
come Commissario anche da novembre dell’anno prossimo.
E’ vero anche che altri stati e tra questi il governo
italiano, possono anche allearsi e mettere in campo dei commissari che siano un po’ diversi e
abbiano una visione di un Europa più sociale e coesa, che parli di diritti dei
lavoratori e di lotta alla disoccupazione e di sostegno alle imprese.
Questi devono essere gli argomenti che devono entrare nell’agenda
della prossima Commissione, mentre i temi della
finanza speculativa o i casi di Commissari europei che poi
finiscono in Goldman Sachs devono finire
perché non sono una bella immagine per l’Europa. I cittadini non sono stupidi e quando vedono che certi personaggi che costringono
a fare della macelleria sociale e impongono di stringere la cinghia poi dopo
aver fatto guadagnare la finanza finiscono strapagati in alcune grosse società
finanziarie, è giusto che si ribellino.
L’Europa con questo modello rischia di finire
e di finire a breve.
In una
sua recente intervista al Corriere della Sera parlava degli equilibri che ci
sono in Consiglio Regionale e affermava che il Movimento 5 Stelle non farà da
stampella all’attuale compagine della
maggioranza. Lei prevede che ci possano essere delle crisi nell'ambito della
maggioranza?
Io preferisco rispondere con una provocazione: ci
possono essere tutte le crisi del mondo ma la poltrona e più forte di qualsiasi
crisi e lo stipendio da parlamentare o da consigliere regionale è più forte di
qualsiasi crisi o divergenza di visioni. Questo ho imparato nella mia breve
carriera politica! E quindi dubito
fortemente che ci possano essere delle crisi serie, anzi magari tra un anno non
ci sarà più Forza Italia o cambierà nome o si spaccherà e farà altre scelte, ma ci saranno sempre gli ex consiglieri di
Forza Italia a sostenere la maggioranza.
Insomma, prevedo che qualunque cosa farà questo
partito come macrosistema, poi il microsistema dei singoli consiglieri
regionali starà ben incollato alla poltrona
e quindi dubito che non sosterranno più la maggioranza.
Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, per di più,
c’è un tema di coerenza e di visione politica: io mi sono candidato come
Governatore con una visione ed un programma che va in gran parte in una
direzione differente da quella di Fontana e quindi farei fatica a pensare di
potermi trovare in maggioranza con chi aveva programmi così diversi dai miei.
Concludiamo
con una domanda che ci piace fare a tutti i nostri intervistati: ha un
messaggio particolare per i lettori di Milano Sparkling Metropolis?
Il messaggio è che a livello regionale e nazionale il
Movimento 5 Stelle sta lavorando nell’interesse dei nostri territori e
nell’interesse dello sviluppo delle nostre aziende e siccome siamo convinti, come è normale che sia, che il
lavoro si crea con le buone pratiche di imprenditori e di manager sul
territorio e non per decreto, abbiamo fatto alcuni interventi a inizio
legislatura, e parlo soprattutto del piano nazionale, che andavano nella
direzione di tutelare i lavoratori e le
persone che sono in forte difficoltà, visto che ci è stato un raddoppio della povertà negli ultimi 5-6 anni
e già in questa fase sono previsti miliardi di euro di investimenti nella legge
di stabilità per garantire lo sviluppo del Paese sia in tema di infrastrutture
che di lavoro per le nostre imprese. I prossimi passi, quindi, sistemata l’emergenza
povertà, sono sicuramente diretti al nostro territorio, all'Italia e al mondo
della piccola e media impresa che è poi l’ossatura economica del nostro Paese.
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