NEW!! MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI - CAPOLAVORO PER MILANO DI ARTEMISIA GENTILESCHI. ADORAZIONE DEI MAGI - IN MOSTRA SINO AL 26 GENNAIO 2020 - PIAZZA SANT'EUSTORGIO, 3 MILANO

MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI

ARTEMISIA GENTILESCHI. ADORAZIONE DEI MAGI

IN MOSTRA SINO AL 26 GENNAIO 2020


Per la prima volta dalla sua nascita nel 2001, il Capolavoro per Milano del Museo Diocesano sarà un’opera realizzata da un’artista donna: Artemisia Gentileschi.


E anche la sua Adorazione dei Magi, uno dei dipinti più significativi della carriera di Artemisia, è alla sua prima milanese. Concesso eccezionalmente in prestito dalla Diocesi di Pozzuoli (NA), la tela di imponenti dimensioni (310×206 cm), fa parte di un ciclo decorativo realizzato per la cattedrale di Pozzuoli fra il 1636 e il 1637, e sarà esposta sino al 26 gennaio 2020 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini.

Il dipinto, realizzato nel periodo napoletano di Artemisia Gentileschi, è parte di un ciclo commissionato dal vescovo spagnolo di Pozzuoli Martìn de Lèon y Cardenas dopo il 1631, anno dell’eruzione del Vesuvio che risparmiò la città puteolana; ad Artemisia furono affidate ben tre tele (oltre all’Adorazione dei Magi, i Santi Procolo e Nicea, e San Gennaro nell’anfiteatro) che eseguì fra il 1635 e il 1637, anno della sua partenza per l’Inghilterra. I dipinti di Artemisia si vanno ad aggiungere alle otto altre tele del ciclo, eseguite da Massimo Stanzione, Giovanni Lanfranco, Cesare Fracanzano e altri artisti napoletani.



Artemisia, arrivata da poco a Napoli, fu immediatamente incaricata dell’esecuzione di due opere: il dipinto l’Annunciazione, oggi a Capodimonte, e, appunto, la pala d’altare L’Adorazione dei Magi.
Oltre a essere la sua prima importante commissione pubblica, questa rappresenta anche il massimo riconoscimento della sua carriera.

In questo dipinto Artemisia elabora la lezione caravaggesca alla luce dei nuovi contatti con gli artisti napoletani: la sua predilezione per una gamma cromatica essenziale, risolta sulle variazioni dei toni marroni, rossi, blu e gialli si associa alla straordinaria attenzione per la verità delle cose, come si nota, ad esempio, nello splendido oggetto d’argento portato dal re mago in ginocchio e ad una attenta e scenografica resa degli effetti luce-ombra.

La figura della Vergine è descritta con grande dignità, mentre con dolcezza porge il bambino alla venerazione dei Magi, sotto gli occhi di San Giuseppe che, secondo la tradizione iconografica dell’episodio evangelico, resta defilato sullo sfondo.
La composizione è dominata dalle imponenti figure dei Magi in primo piano, riccamente abbigliati, e alla moda con manti di stoffe preziose. La solennità dell’evento epifanico e dei gesti di riverenza e rispetto dei Magi si coniugano all’atmosfera di affettuosa intimità che si crea grazie ad un sapiente gioco di sguardi.

La cattedrale di Pozzuoli subì danni ingenti nel corso dell’incendio del 1964 che causò il deterioramento parziale di alcune tele del ciclo: nell’Adorazione dei Magi di Artemisia purtroppo, si danneggiò irrimediabilmente la parte superiore del dipinto e in particolare il volto del mago moro, che oggi appare come assorbito nella preparazione bruna della tela.

Accompagna la mostra un catalogo Silvana editoriale.

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