STEFANIA CARROZZINI presenta "LA NATURE NOUS PARLE - LA NATURA CI PARLA" - ESPACE SYLVIA RIELLE Place Des Vosges 75004 PARIS - Opening Reception: Mercoledì 19 luglio 6 - 8 pm

LA NATURE NOUS PARLE
LA NATURA CI PARLA
ESPACE SYLVIA RIELLE Place Des Vosges 75004 PARIS
A cura di Stefania Carrozzini
Opening Reception: Mercoledì 19 luglio 6 - 8 pm
17.07.2023 - 28.07.2023
Gallery hours: Martedì - sabato 11:00 – 18.00
STANISLAV BARTNIKAS, THOMAS BIENERT, STEPHANIE CHAMBERS FRANCES CLARKE, SANDRA DURAN WILSON, BONNIE EISEN, GRO FOLKAN, GRAZIA GABBINI, LAYLA MOODY, ANNE VAN LEEUWEN
Produced by MyMicroGallery
Milano - Italy
MyMicrogallery in collaborazione con Espace Sylvia Rielle, è lieta di presentare “La Nature nous parle” una mostra collettiva ideata e curata da Stefania Carrozzini. Questa mostra innovativa raccoglie il lavoro di dieci artisti provenienti da paesi tra cui Stati Uniti, Norvegia, Germania, Inghilterra, Italia e Russia. Il loro lavoro include fotografia, pittura e scultura. Come cita il curatore nel catalogo: “Il rapporto con la natura assume la forma dello stupore: sfuggire al mondo della separatezza ed entrare, anche per un solo istante, nel mondo dell'unità, dove tutto è veramente interconnesso, una visione lirico-cosmica che salda l'ecologia con l'estetica. Immaginiamo un'ipotetica lettera scritta da Madre Natura agli esseri umani, sarebbe un invito a ricordare o reimparare una lingua dimenticata dove tutto ha un compito preciso, tutto ha un significato regale, ogni essere vivente aspira a una lingua in parole e numeri, colore e suono.
La multiforme creazione è davanti ai nostri occhi. Ma siamo educati a vedere? Siamo sul piede di guerra con la natura e abbiamo la coscienza sporca. Per comprendere il suo magico linguaggio in codice, al di là del facile sentimentalismo, dovremmo tornare alla semplicità di una visione pura, da sentire con tutto il nostro essere. E mai come ai nostri giorni, tra le parole più inflazionate troviamo: ecologia, ecosistemi, sostenibilità. Mentre parliamo, discutiamo, la natura continua con i suoi ritmi e fa il suo corso. Quanto è disperato l’essere umano nei confronti della natura ? Alla sua grandezza contrapponiamo la nostra consapevolezza della morte. Se al microscopio qualcosa di disgustoso può apparire come un meraviglioso cielo stellato , così ad una lettura più approfondita anche le nostre imperfezioni recano un senso di perfezione e di sublime. Scrutare l’abisso delle cose può essere pericoloso, si rischia di imbattersi in ciò che Yves Klein chiamava “ La Paura di Dio “ soprattutto quando non si conosce o non si ricorda la lingua dell’infinito.
Il battito del cuore della terra, nell’urgenza dei giorni attuali dove è in gioco la nostra vera connessione al Tutto, ci ricorda di chi siamo figli. E se la storia si fa più complessa, più si accentua il desiderio di semplificazione, in un’epoca cruciale dominata dalla tecnica, in cui dobbiamo far fronte a emergenze ambientali sociali e umane. Il nuovo paesaggio antropologico è un universo tecnologico in cui si creano nuovi bisogni che spesso creano dipendenza. A farne le spese è la nostra parte emotiva e sensibile. Il rischio è l’impoverimento sensoriale. Per questo è necessario mantenere vivo il bisogno di comunicazione poetica attraverso l’arte, essere consapevoli di questa realtà e ascoltare ciò che la natura ha da dirci, per salvaguardare l’equilibrio mentale ed ecologico. L’estetica e l’arte, di riflesso, si inseriscono in questi contesto perché svolgono un’importante funzione di anticorpo.
Porsi in ascolto della nostra umanità significa anche confrontarsi con i mondi sempre più immateriali e riflettere sul destino dell’uomo che rischia di perdere il contatto con il mondo naturale. In un tempo come il nostro, di saturazione semiotica, rimanere in ascolto vuol dire ritrovare il silenzio e la sacralità del gesto creativo, un gesto che restituisca senso alla natura umana, la salvaguardi e produca un risveglio individuale e collettivo, al di là di relazioni di potere e del progetto, ormai sempre più incalzante, di controllo del sistema sugli esseri umani. Secondo Goethe «la Natura non ha sistema, essa ha vita. Essa è vita e successione da un centro ignoto verso un confine non conoscibile». La natura è in continuo cambiamento, in perenne stato di metamorfosi ed è quindi imprevedibile. E’ una sfera in cui tutti noi siamo avvolti, un non-luogo da cui è impossibile stare fuori, ma nel contempo è inattuabile addentrarsi perché il nostro stesso Fare è natura.
È impossibile un’attività artistica senza il relazionarsi con la natura. E la più diretta consapevolezza è la presa di coscienza della terra sulla quale camminiamo. Solo l’azione creativa può dare libertà all’uomo, un’azione collegata verso il basso con la terra, la natura, gli animali, e verso l’alto con lo spirito. Il processo creativo ha molte analogie con la ricerca scientifica; l'artista è simile a chi guarda al microscopio, a chi si affaccia al linguaggio della natura con sete di scoperta. L'arte è il mezzo con cui esplorare queste dimensioni nascoste, portarle alla luce e dar loro voce. Ciò che la nostra fisicità ci preclude è curato dal linguaggio creativo, che ne rivoluziona i termini e sfida mondi inaspettati, ampliandone i limiti"
La Nature nous parle / La natura ci parla A cura di Stefania Carrozzini
17 luglio – 28 luglio 2023 Inaugurazione mercoledì 19 luglio, 18:00 - 20:00
Espace Sylvia Rielle: 10, Place des Vosges 75004 PARIGI Orario galleria: da martedì a sabato, 11:00 – 18:00
Per informazioni sullo spazio della galleria: +39 338 4305675 stefaniacarrozzini@gmail.com www.stefaniacarrozzini.com www.espacesylviarielle.com

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