MyMicroGallery presenta la mostra di ERCOLE PIGNATELLI "Miraggi" - Inaugurazione: MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE 2022 ORE 18.00 – 20.00

ERCOLE PIGNATELLI
Miraggi
A cura di Stefania Carrozzini
Inaugurazione:
MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE 2022 ORE 18.00 – 20.00
dal 14 Dicembre 2022 al 10 Gennaio, 2023
MyMicroGallery
Via Giovanni Boccaccio 24
20123, Milano www.mymicrogallery.com T. + 39 338 430 5675 Orario Galleria: da lunedì a sabato su appuntamento.
MyMicroGallery è lieta di presentare la mostra personale di Ercole Pignatelli dal titolo “Miraggi”. La mostra, una semi antologica, è composta di quattordici opere tra dipinti e disegni eseguiti dal 1958 ad oggi.
“Ercole Pignatelli, in un mondo sopraffatto dalla storia, vive nel ritmo e nel tempo della leggenda”, scriveva Pierre Restany, in un testo introduttivo al lavoro dell’artista. Ma qual è il tempo della leggenda? Il tempo della leggenda è il tempo del mito, dove le cose e gli avvenimenti hanno i contorni delle storie che restano, dove non esiste morte. I “miraggi” di Ercole, appartengono a questa sacra dimensione e consolidano nel tempo la loro natura di passaggio tra favola a verità e viceversa. Sono idee che si alzano in volo, oltre l’illusione, dove tutto aspira all’eterno, dove le cose transitorie e permanenti si affidano ad una luce che mai le consuma, si offrono generose alla nostra presenza intatte nello spirito che le ha generate, perché Pignatelli ama sorprenderci, ci esorta a uno sguardo aurorale, fatto di luoghi della memoria che divengono immagini scolpite nel pensiero.
Le sue masserie e la natura, assumono un aspetto sacrale, universale; sono un emblema, vivono in un eterno presente, mirano al sublime, così come tutta l’infinita varietà dei suoi soggetti, i fiori, gli alberi, le donne. La forma della natura e la natura della forma sono le coordinate che attraversano tutto il suo lavoro. Una ricerca incessante in cui qualsiasi cosa, anche la più semplice e banale aspira a divenire archetipo, sostanza essenziale delle cose sensibili. All’interno di questa cornice di simboli, Ercole Pignatelli ha scandito ritmi diversi, creando nuovi ordini di senso, tesaurizzando tutte le esperienze, ma rimanendo fedele a se stesso e dimostrando sempre la propria unicità. Che non vuol dire astrarsi dalla vita, ma conferire alle idee una forma estetica, per cui in tutte le sue opere, la figurazione non prescinde mai dalla dimensione concettuale. Il proposito è chiaro: rendere le cose assolute, sulle ali di un’intuizione pura, catturare la dimensione atemporale, renderci consapevoli che solo estraniandosi dalla cosiddetta “normalità”, si può spalancare un infinito campo percettivo, il campo dell’energia esistenziale allo stato puro.
L’impresa di Pignatelli è sempre stata coraggiosa: rivelare le contraddizioni: vedere oltre il visibile, sconfiggere la gravitazione, ma tenendo i piedi per terra. Restituire l’immagine riflessa , il miraggio dell’immagine, il carattere illusorio della realtà : ecco che le sue masserie si infiammano a tratti di rossi accessi e galleggiano in un mare d’oro e in questo mirer, in questo miraggio Ercole Pignatelli va oltre, ci svela anche l’inganno, il trucco. E non abbiamo scampo: ammirare un’illusione, tenere gli occhi aperti o sprofondare nell’abisso allucinatorio, vivere nel tempo di un presente permanente del quotidiano, e come bussola di orientamento il richiamo all’ordine dell’umanesimo.
La sua visione totalmente libera si traduce nella forza delle immagini, mai ripetute, generate oltre gli schemi precostituiti; una visione che si manifesta nel progetto utopico del sogno permanente, un sogno ad occhi aperti , dove i colori, lo spazio, le forme, flirtano con il silenzio e con una realtà a tratti afrodisiaca.
Si sa che basta un nulla, un rumore, una distrazione e questa magia si interrompe, e ricadiamo nella nostra realtà, quella cruda, che ci ricorda del nostro essere mortali, transitori. Sono pochi gli esseri liberi. Se la vita è una bolla rovente, possiamo rifugiarci nella consapevolezza delle nostre origini. L’ arte, in un mondo che può essere feroce, apre alla speranza, alla vera conoscenza. Le opere di Ercole Pignatelli sono un appello al risveglio, oppongono l’umano al disumano, si danno come pura esigenza di esistere, ci parlano della nostra storia, ci riportano al presente dopo aver sorvolato il tempo del sogno. (Stefania Carrozzini)
Note Biografiche
Ercole Pignatelli nasce il 28 aprile 1935 a Lecce da una famiglia aristocratica. Il nonno paterno è chirurgo, il padre che ha studiato violino, dirigente ospedaliero, la nonna sarta di fama. Nella casa dei nonni materni ricorda di aver ammirato i ricami della nonna Maria, per colore e finezza in tutto simili a dipinti. Nella raccolta del nonno Ercole, chirurgo di fama, vi sono quadri del pittore leccese Michele Massari, che accendono la fantasia del ragazzo. Due anni dopo esegue il primo dipinto a olio: un paesaggio con alberi riflessi in uno stagno. 1945-1946 - Lecce, che durante la guerra non è mai stata bombardata, è un punto di confluenza dei profughi dalla Grecia e dall'Albania. Sopra la casa dei Pignatelli, dall’immenso si spalanca un panorama affascinante. Questo diventa il luogo magico delle prime vere scoperte, visioni che torneranno spesso anche nel lavoro maturo dell'artista. 1950-1953 - Si iscrive all'Istituto d'Arte G. Pellegrini, dove è allievo dello scultore Aldo Calò e del pittore Luigi Gabrieli; con il compagno Bruno Orlandi frequenta lo studio del pittore Lino Suppressa, che nel 1953 presenta la sua prima personale al Circolo Cittadino di Lecce; subito dopo parte per Milano dove, appena giunto, ha occasione di visitare la prima mostra antologica di Picasso a Palazzo Reale.
I primi tempi del soggiorno milanese gli inizi degli anni Cinquanta, sono tutt'altro che facili; gli servono soprattutto le doti del carattere meridionale, indipendenza, capacità di resistenza, desiderio di appropriarsi di una realtà nuova. Prende in affitto una stanza in via Formentini 5, nel quartiere di Brera. Al Bar Giamaica, dove erano assidui pittori, poeti e critici, ha modo di stringere rapporti con Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserlian, Lucio Fontana, Ugo Mulas, Piero Manzoni, Milena Milani. Conosce il movimento culturale milanese, allora molto fervido, del quale presto si trova a condividere gli interessi di rinnovamento: la sua pittura si apre a colori più squillanti, le figure ricordano ancora le donne del sud. Il gallerista Carlo Cardazzo si interessa a questi personaggi scarmigliati, fulminati come dalla corrente elettrica e posti in ambienti inquietanti e acquista mensilmente varie tele, divenendo così il suo primo mercante. Peppino Palazzoli, collezionista e poi direttore della Galleria Blu, gli commissiona alcuni dipinti. In novembre a Milano vince il Premio San Fedele per i giovani, che gli viene consegnato da Carlo Carrà. Da questo punto il suo percorso artistico diverrà ricco e appagante di riconoscimenti a livello internazionale.
Le sue opere sono esposte in permanenza presso importanti musei Fukuyama Art Museum (Giappone), Castello Sforzesco Milano, Castello Carlo V, Lecce, Biblioteca J. Paul Leonard, San Francisco. Le sue opere hanno avuto gli onori di musei e gallerie internazionali: New York, Shanghai, Washington, Saint-Paul de Vence, Londra, Palm Beach, Bruxelles, Antibes, San Francisco. I suoi quadri sono in permanenza presso importanti musei diversi musei: Fukuyama Art Museum, Fukuyama (Giappone), Castello Sforzesco, Milano (Italia), Castello Carlo V, Lecce (Italia), Kamakura Art Museum, Kamakura (Giappone), Galerie d'Arte moderna e contemporanea, Lecce (Italia), Biblioteca J. Paul Leonard, San Francisco (Stati Uniti). Oltre alle numerose mostre organizzate dal 1953 in tutta Italia, le sue opere hanno avuto gli onori di musei e gallerie internazionali: New York, Shanghai, Washington, Saint-Paul de Vence, Londra, Palm Beach, Bruxelles, Antibes, San Francisco. Tra i numerosi premi vinti e le partecipazioni in importanti musei di arte contemporanea e collezioni private a livello mondiale, ricordiamo: le Biennali di Venezia del 1978 e del 2011, la mostra presso il Palazzo della Regione Lombardia dal titolo “Germinazioni due” sempre nel 2011, l’esposizione alla Triennale di Milano “Le fatiche di Ercole” nel 2015.

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