PARLAMENTO EUROPEO Mercoledì 15 NOVEMBRE 2023 – ore 16.00 L’EUROPA PER LA LOMBARDIA Sfide, opportunità e prospettive per il territorio

PARLAMENTO EUROPEO
Mercoledì 15 NOVEMBRE 2023 – ore 16.00
L’EUROPA PER LA LOMBARDIA
Sfide, opportunità e prospettive per il territorio
INTRODUZIONE
Buongiorno a tutti e grazie per l’invito a questo importante evento nella massima sede istituzionale dell’Unione Europea.
Quest’oggi cercherò di illustrare le ultime iniziative del Consiglio Regionale della Lombardia con un focus specifico sul tema della sanità.
Una premessa doverosa: per la tutela della salute la Costituzione Italiana prevede competenze legislative ripartite tra lo Stato e le Regioni. In particolare, lo Stato determina i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Alle Regioni, tra cui la Lombardia, spetta invece il compito di programmare e gestire la sanità nell’ambito territoriale di loro competenza in piena autonomia.
Questo significa che gli Enti Regionali possiedono un margine decisionale piuttosto ampio nell’ambito dell’organizzazione e dell’investimento delle risorse destinate a una delle politiche pubbliche principali proprie di uno stato sociale. La domanda ricorrente, a cui cercherò di dare una risposta tramite il mio intervento, è comprendere lo stato di salute della sanità lombarda e individuare prospettive di crescita, possibili evoluzioni e principali criticità del settore in un periodo storico non certo florido per il nostro Paese, ancora alle prese con un debito pubblico piuttosto elevato.
LA SANITA’ IN LOMBARDIA
Come è organizzata la sanità in Lombardia? Partiamo da lontano.
Con la Legge Regionale n. 31 del 1997, voluta dall’allora Presidente della Regione Roberto Formigoni, la Lombardia è ad oggi l’unica Regione italiana che ha stabilito per legge la parità di diritti e di doveri fra soggetti pubblici e privati convenzionati che operano nel servizio sanitario. L’intenzione era quella di promuovere la competitività tra le strutture per soddisfare i bisogni dei pazienti, che possono scegliere dove farsi curare. E la Regione rimborsa indifferentemente gli uni e gli altri, all’interno di tetti di spesa contrattati.
Attualmente in Lombardia operano 238 ospedali di cui 104 sono privati (40% circa). Oggi i posti letto in totale sono 29.308, di cui il 70% pubblici e il 30% privati. Per accedere in ospedale per un intervento chirurgico occorre prenotare la visita specialistica. Per le strutture pubbliche c’è un sistema di prenotazione trasparente che indica dov’è possibile andare e in che tempi.
Per quelle private, invece, bisogna rivolgersi alle singole strutture accreditate che, nella maggioranza dei casi, non mettono mai pubblicamente a disposizione le loro agende.
IL SISTEMA SANITARIO DAL 2015
Per effetto della Legge Regionale n. 23 del 2015, il sistema socio-sanitario della Lombardia è cambiato. Oggi comprende 8 Agenzie di Tutela della Salute (ATS), 27 Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST), l'Agenzia Regionale Emergenza-Urgenza (AREU), nonché diversi altri tipi di strutture soggette alla programmazione socio-sanitaria regionale.
- Le Agenzie di Tutela della Salute (ATS), istituite nel 2015 in sostituzione delle precedenti Aziende Sanitarie Locali (ASL), sono otto e sono distribuite su tutto il territorio della Lombardia e delle sue undici province e della Città metropolitana di Milano.
Tali strutture si occupano dell'attuazione del programma socio-sanitario regionale e dell'erogazione dei servizi sanitari tramite soggetti pubblici e privati, nonché del controllo della salute e prevenzione negli ambienti pubblici e lavorativi. Ogni ATS è poi suddivisa in diversi dipartimenti specializzati nelle singoli funzioni della struttura: dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria, dipartimento delle cure primarie, dipartimento per la programmazione - accreditamento - acquisto delle prestazioni sanitarie, dipartimento veterinario e sicurezza degli alimenti di origine animale, dipartimento amministrativo - di controllo e degli affari generali e legali, dipartimento della programmazione per l'integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali.
- Le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST) sostituiscono le precedenti aziende ospedaliere (AO) e afferiscono alle ATS territorialmente competenti.
LA LEGGE N. 22/2021 – RIFORMA SANITARIA DELLA LOMBARDIA
A seguito della pandemia, la maggioranza di centrodestra ha ritenuto di presentare una nuova Legge, la n. 22 del 2021, ravvisando la necessità di dare una nuova organizzazione alla rete sanitaria regionale con l’obiettivo di riavvicinare il cittadino alle cure primarie e ai servizi socio-assistenziali e permettergli di avere un collegamento diretto con la rete ospedaliera.
Tra gli interventi programmati, previsti da tale legge, c’erano:
 Il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali;
 Il rafforzamento dell’assistenza domiciliare
 Lo sviluppo della Telemedicina
 Una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
In particolare, il potenziamento dei servizi territoriali sarebbe dovuto passare attraverso la realizzazione di nuove strutture e presìdi più vicini al cittadino ed in grado di rispondere ai suoi bisogni: le Case e gli Ospedali di Comunità, le Centrali operative territoriali per la presa in carico dei pazienti cronici ed infine l’istituzione di un Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive.
Queste nuove strutture avrebbero dovuto essere attivate progressivamente per arrivare alla realizzazione di 216 Case di Comunità entro il 2024. Sempre entro il 2024, secondo quanto annunciato da Regione Lombardia, l’obiettivo sarebbe stato realizzare 71 Ospedali di Comunità e 101 Centrali Operative Territoriali.
LA SANITA’ IN LOMBARDIA TRA ECCELLENZE E CRITICITA’
E’ doveroso sottolineare che la sanità lombarda vanta delle potenzialità indiscusse. Il livello di eccellenza delle strutture pubbliche e private sparse nella nostra Regione è testimoniato dal numero crescente di pazienti di altre zone d’Italia che scelgono di curarsi in Regione diverse da quella di residenza. Le strutture lombarde svettano in testa alla classifica delle più scelte, con centinaia di migliaia di ricoveri di pazienti provenienti da fuori.
Un dato destinato a crescere se consideriamo che è in corso di realizzazione il progetto della Città della Salute e della Ricerca che sorgerò a Sesto San Giovanni su un’immensa area ex Falck. Qui si trasferiranno l’Istituto Nazionale dei Tumori e il Neurologico Besta e saranno disponibili 650 posti letto. Se la tabella di marcia dovesse essere rispettata, la Città della Salute e della Ricerca dovrebbe aprire i battenti nel 2026.
Un polo ospedaliero che eleverà il livello di eccellenza della sanità lombarda nell’ambito della ricerca scientifica in campo medico tanto da ambire a diventare il punto di riferimento a livello europeo. In realtà, le scelte politiche di Regione Lombardia effettuate negli ultimi 30 anni, sin dai tempi del Governo Formigoni, hanno prodotto una serie di criticità che neppure la Riforma Sanitaria approvata dal Consiglio Regionale a dicembre 2021 (Legge Regionale n. 22) sopra citata è riuscita a superare.
Esistono problemi gravi tuttora irrisolti. Ne citerò solo 3 che sono quelli principali:
1. Liste d’attesa infinite
2. Sbilanciamento a favore delle strutture private
3. Carenza di personale sanitario (medici specialisti, medici di base e infermieri)
In particolare, risulta critica la situazione relativa all’organico dei medici di base. Entro il 2026 dovrebbero andare in pensione 2.500 medici di base e pediatri di libera scelta in Lombardia. Le lacune si verificheranno soprattutto nelle zone periferiche e nelle aree interne dove la platea di pazienti è ridotta ma non lo sono i costi per aprire e mantenere gli ambulatori o per assumere personale infermieristico o di segreteria. Oggi Regione Lombardia fatica a colmare le lacune di organico principalmente a causa della scarsa programmazione e di poco attrattiva della specializzazione in assistenza primaria rispetto ad altre specialità. Nel 2022, per esempio, al concorso si è presentato solo il 54% dei candidati rispetto ai posti disponibili.
COSA ABBIAMO FATTO E COSA FAREMO
Il Movimento 5 Stelle, seduto tra i banchi dell’opposizione da 10 anni, ha cercato di dare il suo contributo per migliorare le criticità esistenti e offrire un servizio sanitario pubblico in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti, con un occhio di riguardo al ceto meno abbiente della popolazione che è quello che incontra le maggiori difficoltà nell’accesso alle prestazioni mediche.
Proprio un paio di mesi fa, insieme ad altri partiti politici di minoranza, abbiamo presentato una proposta di referendum sulla sanità in Regione Lombardia. A nostro avviso, andrebbero modificate tre parti del testo unico delle Leggi Regionali in materia di sanità. La proposta che è stata portata avanti dai gruppi di minoranza. 1. Il primo quesito chiedeva di eliminare il richiamo all’equivalenza tra l’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e private accreditate nonché il richiamo al principio della parità di diritti e di obblighi per tutti gli erogatori di diritto pubblico e di diritto privato.
2. Il secondo quesito prevedeva l’eliminazione della facoltà delle ATS di autorizzare la stipula di accordi anche con soggetti privati accreditati in possesso di determinati requisiti.
3. Il terzo quesito prevedeva di escludere la possibilità di concorso dei soggetti erogatori privati all’istituzione degli ospedali di comunità e delle case di comunità previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza.
La proposta, sottoscritta da 117 cittadini, è stata preliminarmente esaminata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale il 25 agosto. Non avendo raggiunto l’unanimità dei voti, l’Ufficio di Presidenza aveva demandato la questione al Consiglio regionale come previsto e richiesto dalla normativa vigente.
La vicenda così approda in Consiglio Regionale a settembre quando la maggioranza ha dichiarato INAMMISSIBILE la proposta di referendum sulla sanità. L’aula ha infatti approvato l’Ordine del Giorno della maggioranza che deliberava l’inammissibilità della proposta di referendum.
Le minoranze (tra cui PD e M5s) hanno esposto cartelli con la scritta “La destra toglie la parola ai lombardi” cui sono seguite dichiarazioni di protesta a mezzo stampa.
IL COMITATO PROMOTORE DEL REFERENDUM SULLA SANITA’
Nonostante la bocciatura del referendum, il Comitato Promotore del Referendum sulla Sanità in Regione Lombardia negli ultimi mesi ha organizzato diversi incontri pubblici per continuare la sua battaglia ed evidenziare le distorsioni di un sistema affetto da troppe lacune.
L’intenzione, annunciata negli ultimi incontri, è quella di continuare gli incontri pubblici al fine di sensibilizzare i cittadini sulle distorsioni di un sistema sanitario ritenuto inadeguato.
LISTE DI ATTESA E CUP UNICO
Capitolo a parte merita il CUP unico. Si tratta del Centro Unico per le Prenotazioni Mediche che Regione Lombardia ha deciso di istituire con l’obiettivo di snellire le infinite liste d’attesa. All’interno di questo CUP unico dovrebbero essere ricomprese tutte le strutture sanitarie, PUBBLICHE e PRIVATE. Ma il progetto è in ritardo a causa della ritrosia delle strutture private che sono restie a entrare nel CUP per ragioni di scarsa convenienza economica. Nelle ultime settimane, l’Assessore Bertolaso ha dichiarato che il CUP Unico non partirà prima del 2026 nonostante l’ex Assessore Moratti avesse promesso che sarebbe stato operativo entro il 2022. A questo proposito è importante segnalare che l’ottenimento delle agende dalle strutture private non è ancora previsto formalmente, dunque il progetto stenta a decollare.
CASE DI COMUNITA’ E OSPEDALE DI COMUNITA’
In queste settimane, il capogruppo del M5s in Consiglio Regionale – Nicola Di Marco – sta effettuando un tour presso le Case di Comunità della Lombardia al fine di verificare la situazione esistente e constatare quali sono eventualmente operative. Al momento, sono tutte scatole vuote che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo prefisso nonostante la disponibilità dei fondi del PNRR previsti per farle funzionare. Il grande problema è che manca personale per farle funzionare, complici anche i tagli del Governo alla sanità pubblica.
CARENZA DI MEDICI E INFERMIERI E PROBLEMA DEI GETTONISTI
Una lacuna non poco rilevante è quella relativa ai medici e infermieri in servizio. Oggi le strutture ospedaliere pubbliche lombarde faticano a reperire personale sanitario, anche per via degli stipendi più elevati offerti dalle strutture private e dalla vicina Svizzera. Un problema che Regione Lombardia sta cercando di risolvere ma è evidente che in questo ambito serve un importante intervento a livello statale per risolvere il problema.
Sappiamo che in Italia mancano complessivamente 30 mila medici e dunque gli ospedali, specie nei reparti d’urgenza, per tamponare la carenza sono costretti ad arruolare liberi professionisti a partita Iva. I cosiddetti “gettonisti”, una categoria in crescita esponenziale. La motivazione è squisitamente economica: in un singolo turno di 12 ore guadagnano da 950 a 1.200 euro (lordi), poco meno di un quarto della busta paga mensile media di un medico che al lavoro ci va tutti i giorni.
Scelte obbligate ma costose che ovviamente si riflettono sulle risorse destinate alla sanità che stanno diminuendo progressivamente. E’ importante dunque un intervento deciso del Governo affinché gli stipendi di medici e infermieri siano appetibili e concorrenziali.
CONCLUSIONE
Alla luce di quanto detto, il nostro impegno come Movimento 5 Stelle Lombardia sarà massimo per cercare di contribuire a risolvere i problemi che affliggono la sanità della nostra Regione. Cercheremo di snellire i tempi delle liste di attesa e di trovare soluzioni per rendere appetibile la professione di medico, soprattutto tra le nuove generazioni, affinché vengano colmate le lacune di organico attualmente presenti e vengano superati gli ostacoli relativi ai gettonisti. E’ necessario incrementare gli investimenti regionali negli ospedali pubblici per fare in modo che tali strutture possano competere con quelle private e permettere ai cittadini meno abbienti di potersi curare senza dover ricorrere al portafoglio.
Grazie a tutti per l’attenzione.

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