MUDEC - Museo delle Culture di Milano presenta la mostra "Borrowed Light" di Rohini Devasher, Deutsche Bank “Artist of the Year” - 19 settembre - 2 novembre 2025
Borrowed Light
di Rohini Devasher, Deutsche Bank “Artist of the Year”
vincitrice nel 2024 del prestigioso premio globale
dedicato all’arte contemporanea
19 settembre - 2 novembre 2025
MUDEC - Museo delle Culture di Milano
Via Tortona, 56 - Milano
www.mudec.it
Dal 19 settembre al 2 novembre 2025 il MUDEC di Milano presenta con Deutsche Bank e in collaborazione con 24 ORE Cultura la mostra Borrowed Light dell’artista indiana Rohini Devasher, vincitrice nel 2024 del prestigioso premio internazionale “Artist of the Year” che la Banca dedica all’arte contemporanea. La mostra è a cura di Britta Färber, Global Head of Art & Culture di Deutsche Bank, e rappresenta la prima mostra personale dell’artista in Italia.
Per il quarto anno consecutivo il premio “Artist of the Year” torna al MUDEC di Milano consolidando la significativa collaborazione tra Deutsche Bank e 24 ORE Cultura nata nel 2022 e fondata su una comune attenzione verso i linguaggi e i temi del contemporaneo, con la comune volontà di avvicinare un pubblico sempre più ampio all’arte.
Proprio per questo, la mostra Borrowed Light è accompagnata da un ricco palinsesto culturale prodotto da Deutsche Bank e incentrato sui temi dell’osservazione e della percezione, che, a partire dalla pratica artistica di Rohini Devasher, propone una serie di attività gratuite rivolte alle famiglie e al pubblico delle scuole secondarie di secondo grado e delle università, fra cui visite guidate interattive e laboratori esperienziali. Il programma culturale prenderà il via venerdì 19 settembre alle ore 18.30 nell’Auditorium del MUDEC con un Artist Talk in cui Rohini Devasher, in dialogo con la curatrice Britta Färber, condividerà con il pubblico gli aspetti più rilevanti del suo lavoro.
Roberto Parazzini, Chief Country Officer di Deutsche Bank in Italia, dichiara: “L’arte contemporanea è da sempre per Deutsche Bank uno strumento di dialogo, riflessione e condivisione. Grazie alla fruttuosa collaborazione con il Comune di Milano e 24 ORE Cultura, da quattro anni il MUDEC ospita la nostra principale iniziativa globale, l’Artist of the Year, che siamo orgogliosi di condividere con la città e con tutti gli appassionati. Rohini Devasher e la sua Borrowed Light ci invitano a guardare il cielo con occhi nuovi, a riflettere sul tempo, sulla luce e sulla conoscenza, per ricordarci il valore della collettività anche in tempi quantomai incerti”.
Federico Silvestri, Amministratore Delegato di 24 ORE Cultura, afferma: “Siamo felici di proseguire la collaborazione con Deutsche Bank e il premio “Artist of the Year”, un progetto che negli anni ha portato al MUDEC alcune tra le voci più interessanti della scena artistica internazionale. Con Borrowed Light, Rohini Devasher offre una lettura originale e profondamente attuale dei rapporti tra arte, scienza e percezione: una visione che sosteniamo con convinzione, in linea con il nostro impegno nella promozione della cultura contemporanea”.
Dal 2010, ogni anno Deutsche Bank assegna il premio “Artist of the Year” ad artiste e artisti emergenti di tutto il mondo che creano opere di rilevanza anche sociale e sviluppano nuove prospettive sul presente. Anziché un premio in denaro, Deutsche Bank mette a disposizione degli Artists of the Year una piattaforma internazionale di visibilità, che comprende una mostra personale corredata da un catalogo e l’acquisizione di alcune opere per la Deutsche Bank Collection, una delle più importanti collezioni corporate a livello internazionale, nata nel 1980. La mostra personale dell’“Artist of the Year” inaugura tradizionalmente al PalaisPopulaire di Berlino, lo spazio di Deutsche Bank dedicato all’arte e alla cultura, per poi essere presentata in altre istituzioni nel mondo.
Per il 2024 l’“Artist of the Year” è Rohini Devasher (Nuova Delhi, 1978), prima artista indiana a ricevere questo riconoscimento, selezionata su proposta di Stephanie Rosenthal, Direttrice del Guggenheim Abu Dhabi Project. Astronoma amatoriale oltre che artista, da anni porta avanti una pratica di ricerca che esplora le intersezioni tra arte, scienza e filosofia, sviluppando progetti che mettono in dialogo cultura visiva, tecnologia e sapere scientifico. Grazie al suo approccio interdisciplinare e all’integrazione dei linguaggi dell’arte contemporanea nella vita quotidiana, le opere di Rohini Devasher si rivelano profondamente attuali, in piena sintonia con l’identità e i valori della Collezione Deutsche Bank.
Centrale nel suo lavoro è l’osservazione del cielo: un gesto antico e universale che Devasher indaga sia dal punto di vista scientifico – attraverso strumenti e dati – sia come esperienza culturale e filosofica, secondo una prospettiva radicata nella tradizione indiana.
Per realizzare le sue opere l’artista collabora con astronomi, fisici, osservatori internazionali e istituzioni scientifiche dove svolge anche residenze artistiche – le ultime nel 2023 al CERN di Ginevra, l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, e all’International Centre for Theoretical Sciences (ICTS-TIFR) a Bangalore. Devasher non si interessa solo allo sguardo rivolto verso il cielo: è affascinata dalle narrazioni, dalle storie delle persone la cui vita è stata trasformata dal cielo stellato – anche attraverso più generazioni – oltre che dalle forme e le modalità di interazione che scaturiscono dalle loro osservazioni, dalle tecnologie e dagli strumenti utilizzati, dalle ideologie e dai miti che plasmano osservazioni e percezioni.
Questa lunga ricerca, insieme ai temi e alle domande che la animano, confluisce nella mostra Borrowed Light, che mette in primo piano il suo impegno di lunga durata nel campo dell’astronomia, dove la luce svolge un ruolo fondamentale non solo come fenomeno fisico ma come una vera e propria traccia visibile del tempo che scorre. Non a caso il titolo prende spunto da un termine architettonico che indica la luce riflessa, o “presa in prestito”, da uno spazio adiacente per illuminare un ambiente altrimenti buio. Questa immagine diventa il punto di partenza per riflettere su alcuni temi centrali del lavoro dell’artista come l’impermanenza, la luce e il tempo, ma anche sulla conoscenza: su ciò che arriva a noi per riflesso da altre culture, epoche o strumenti. In questo senso, Borrowed Light evoca una riflessione più ampia sulla prospettiva da cui osserviamo il cielo: ogni osservazione è situata, condizionata dal contesto geografico, culturale, linguistico e ideologico di chi guarda.
Per introdurre il pubblico a queste tematiche di natura sia filosofica che scientifica, il progetto espositivo si apre con una sala dedicata a una selezione di opere letterarie proposte da Devasher, da poter sfogliare liberamente, accompagnate dall’ascolto dell’opera audio Reading the stars (2013). Questo momento iniziale è un invito a immergersi nel pensiero dell’artista e offre una chiave d’accesso per l’intero percorso espositivo, caratterizzato da un allestimento pensato per evocare lo spazio cosmico all’interno degli ambienti di MUDEC Photo: pareti scure e luce attenuata richiamano l’oscurità dell’universo, mentre un intervento murale site-specific collega visivamente le opere tra loro creando una sorta di costellazione visiva.
Il percorso espositivo si apre con l’opera Terrasphere (2015), che invita il pubblico a una meditazione sulla fragilità del nostro pianeta, inteso come un sistema sensibile e interconnesso. Ispirata all’immagine dei terrari – piccoli ecosistemi vegetali solitamente racchiusi in contenuti di vetro – l’opera riflette sul delicato equilibrio che rende possibile e sostiene la vita sulla Terra, vista come se la si osservasse dallo spazio, dall’esterno.
Accanto ad essa, il video Atmospheres (2015) sposta invece l’attenzione al cielo, attraverso una serie di registrazioni del firmamento sopra un osservatorio del sud dell’India. In questo senso, l’opera si concentra sullo stretto rapporto tra Terra e Atmosfera, e su come questo sia da proteggere dalle minacce del presente.
Centrale nella mostra è l’installazione video One Hundred Thousand Suns del 2023, un’opera a quattro canali che si basa su oltre 150.000 immagini solari catturate in un secolo all’Osservatorio Solare di Kodaikanal, in India. Utilizzando materiali d’archivio, immagini NASA e dati personali, questo lavoro traccia l’evoluzione dell’osservazione solare, dalle prime macchie solari disegnate a mano su carta, alla fotografia su lastre di vetro e ai dataset dell’era spaziale, fino alle collezioni di dati raccolti dall’artista stessa.
L’opera mette in evidenza come il luogo, l’osservatore e i metodi di osservazione e raccolta possano generare molteplici interpretazioni del tempo, dei dati e della verità, mostrando inoltre come gli esseri umani abbiano impiegato strumenti in continua evoluzione per raccogliere e conservare dati astronomici – dall’osservazione visiva diretta a sofisticate tecnologie digitali.
Un’opera poetica che invita a vedere il Sole non solo come una stella, ma come fonte di luce condivisa e possibilità di connessione.
Accanto alle videoinstallazioni, la mostra accoglie anche una serie di opere su carta e rame sulle quali l’artista è intervenuta utilizzando cianotipie, matite, pastelli, carboncino, acidi e fumo. I lavori Mirrored Sky (2017), Shadow Portrait (2023) e Sol Drawing (2023) sono un esempio di come Devasher trasforma da
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